martedì, settembre 05, 2006

XX IL GIUDIZIO






Dottor Giudizio

«Destra», dico.
«Sinistra, destra, destra...»
Ho fatto colazione col dottor Müller, il mio vice. E’ di Dresda, ma ha studiato a Berlino. E’ ambizioso, ma non credo che farà strada. Si fa troppi problemi, lui.
«Sinistra, sinistra, destra...»
Müller è tornato ieri. Ha passato dieci giorni a Sanremo, per una vacanza. Ha un colorito migliore, ora. Del resto qui in Polonia fa un freddo cane, la pelle si screpola e uno deve andare dalla manicure almeno ogni due giorni.
«Sinistra... No! Tu vai a destra.»
Il dottor Müller mi ha parlato di un albergo, me l’ha consigliato. Ancora non so, anch’io voglio andare in vacanza, ma Susanne preferirebbe il Tirolo. Dice che i ragazzi si divertono di più. A Susanne non piace l’Italia. Mussolini, dice, è un maiale.
«Destra, destra, sinistra...»
Müller sostiene che ne mando troppi alle camere a gas. Mi viene da ridere. Ogni volta cambio. Ieri mandavo a sinistra quelli da inviare alle docce, oggi mi pare il contrario... Non so.
Destra alle docce, sinistra ai lavori forzati, mi pare.
Cambio spesso e oggi, francamente, non lo so. Che differenza fa? E’ un lavoro nioso. Ebrei, sempre ebrei, destra, sinistra, chissenefrega. Cerco di tenere una media del cinquanta per cento. Tanto Hitler li vuole ammazzare tutti.
«Destra, sinistra, destra...»
No, non fa differenza.
Müller è ambizioso, ma si fa troppi problemi.
«Destra, sinistra, destra...»
Gli unici cui presto attenzione sono quelli coi tatuaggi. Susanne mi ha fatto una testa così. A lei piace molto la pelle tatuata, vuole farne delle tende per tutta la casa. Per ora le ha messe solo in camera da letto. Ci ha anche lasciato un capezzolo, dice che fa molto chic.
«Destra, destra, destra!»
Non posso darle torto.

Racconto di Cristiano della Bella,

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