domenica, aprile 22, 2007

VIII LA GIUSTIZIA




Giustizia di dietro


«E’ un bel posto», mente il viscido Joe, seduto sugli scacchi, nudo come un verme. Lei gli sorride marcio, con lo strabico sguardo nel moscio di lui. «E poi c’è un sacco di spazio...», continua Joe, cercando di ammazzare l’ossessivo silenzio che li circonda. Lei impugna questa lama a doppio taglio, roba affilata. Un occhio fissa in modo maniacale il trinomio palla-cazzo-palla, mentre l’altro se ne sta per i casi suoi, perso nell’infinito a sud-ovest.
Il viscido Joe tira su col naso e torna col pensiero a quell’ultimo omicidio. Il ventunesimo della sua gloriosa carriera di serial-killer. Ha colto una fanciulla in fiore, al buio da sola. L’ha accoltellata senza complimenti, un fendente dritto al cuore. Poi l’ha violentata, davanti e dietro, l’ha macellata in modo preciso, da professionista. Le autorità hanno arrestato uno sfigato qualunque, un fattorino, l’hanno accusato e pare proprio destinato alla galera al posto suo. Il viscido Joe ha festeggiato.
Poi l’infarto letale.
E’ andato a dormire la sera e si è risvegliato in questo posto qui, una scacchiera di piastrelle bianche e nere a perdita d’occhio, infinita. Lui, nudo e crudo, si è seduto, davanti a questa signora, la spada in mano, il caschetto nero e la messa a fuoco incrociata, a dire un occhio qua e uno là.
Strabica.
«Ho sempre creduto che la Giustizia fosse bendata», dice Joe, infilandosi un dito nel naso.
«Solo pubblicità», risponde finalmente la signora. Ha una voce dolce, mielosa, tipo telefonista erotica. «Per questo che volevi mettermelo in culo?»
«Come?»
«Il fattorino è incarcere al posto tuo.»
«Se gli sbirri non capiscono una sega non è colpa mia!»
«Sì, ma le ragazze le hai ammazzate tu. E’ per questo che ti trovi qui, devi pagare il debito con la Giustizia... Con me!»
«Non voglio contraddirti, ma mi trovo qui per un fottuto infarto.»
L’altra sorride. «Le vie della Giustizia sono infinite, tesoro.» Gli posa la spada sulla spalla, minacciosamente vicino al collo. «Adesso, da bravo, fammi vedere cosa sai fare. Mettimelo in culo, ma per davvero. Altrimenti sai che goduria, decapitato per l’eternità!»
Il viscido Joe stringe i denti. Poi cerca un’ispirazione per farselo venire duro, mentre signora Giustizia si mette sopra di lui, le natiche aperte e il respiro pesante.
«Dai, dai!»
Giustizia è fatta.

Racconto di Cristiano della Bella.

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